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Motor Show di Bologna 2016: la “Storia” del motorsport Fiat, Lancia, Abarth e Alfa Romeo


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L'edizione 2016 del Motor Show di Bologna riserva un ampio spazio alle vetture storiche: il padiglione 25, infatti, è dedicato alla "Passione Classica" e racconta al grande pubblico la storia della tradizione automobilistica italiana e internazionale, attraverso un'esposizione ideata per celebrare il quarantennale del Motor Show. Non potevano quindi mancare i marchi Abarth, Alfa Romeo, Fiat e Lancia, che hanno scritto alcune delle pagine più belle dell'automobilismo mondiale: un patrimonio fatto di vetture, uomini, vittorie sportive, design e innovazioni tecniche. Un passato glorioso che valorizza la memoria storica dei brand e il presente e il futuro della produzione.

Il tema, coerentemente con la vocazione del Motor Show, è il motorsport, e FCA Heritage espone modelli che dimostrano l'impegno nelle discipline sportive automobilistiche di tutti i marchi. La vettura più antica è la Lancia Alpha Sport, che vinse il Gran Premio di Savannah in Georgia il 25 novembre 1908, con al volante William Hilliard. Le altre vetture dimostrano l'impegno sportivo nei settori più disparati, dai GP alle competizioni su strada (Mille Miglia in testa), dai record ai rally, passando per i trofei monomarca e la Formula Indy americana. Sullo stand sarà possibile conoscere più da vicino il Centro Storico Fiat e "La Macchina del tempo", Museo Storico Alfa Romeo rinnovato completamente nel 2015 ma che tra pochi giorni compie 40 anni. Per l'occasione domenica 18 dicembre, la data ufficiale del suo compleanno, il polo museale offrirà una visita molto speciale e unica nel suo genere: infatti, i cofani delle vetture esposte saranno aperti, per poter ammirare i motori, mentre le carrozzerie particolari - tipo la Carabo con le portiere ad apertura verticale o la ProCar con il telaio a vista - saranno, appunto, nella configurazione "aperta".


Alla storia dei marchi Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth è dedicato il sito www.fcaheritage.com, il nuovo portale che rappresenta la vetrina online del dipartimento FCA Heritage e mira a essere il punto di riferimento per tutti gli interessati alle storie, agli eventi e alle iniziative che coinvolgeranno le auto classiche dei brand italiani del Gruppo. Sul sito, gli appassionati avranno l'opportunità di iscriversi alla Newsletter di FCA Heritage, per rimanere sempre aggiornati sulle attività e sui servizi che saranno progressivamente resi disponibili. Inoltre, per i proprietari delle auto storiche dei marchi Alfa Romeo, Fiat e Lancia, sarà possibile richiedere online il "Certificato d'Origine" della propria vettura.


Fiat

Balilla Coppa d'oro (1934)
La 508S del 1934, conosciuta come "Balilla Coppa d'Oro", è una vettura di grande fascino e storia. Deve il suon nome alla vittoria conseguita nella "Coppa d'oro del Littorio" nel 1934. Caratterizzata dai parafanghi continui di colore rosso, la vettura deriva direttamente dalla Fiat 508 S Balilla Sport del 1933, una spider a due posti, con capote e ruote a raggiera. L'esemplare Fiat monta un motore di 995 cc, sistemazione anteriore, potenza massima 30 CV e valvole in testa, carburatore Zenith 30. La velocità massima si aggira intorno ai 110 km/h.

1100 S (1947)
La berlinetta sportiva 1100 S è la diretta discendente della "508 C M.M. d'anteguerra. Monta un motore affinato, con una potenza massima di 51 CV mentre la velocità massima è di 150km/h. Il suo esordio sportivo fu vittorioso e avvenne alla Mille Miglia dell'anno successivo, dove la vettura arrivò seconda, terza e quarta nella classifica generale. La carrozzeria ricalca in maniera più moderna lo stile della berlinetta aereodinamica 2 posti a coda tronca dell'anteguerra. La "1100 S" è stata prodotta in 401 esemplari sino al 1950.

Uno Turbo Trofeo (1990)
La vettura presente a Bologna è in allestimento corsa ma non ha mai effettuato gare nel periodo del Trofeo né in seguito. Questo modello deriva dalla Uno Turbo i.e. Racing presentata al Motor Show di Bologna nel 1989 e ha una cilindrata di 1372 cm3 e 140 CV.
A metà degli anni 80, la Uno Turbo onorò il non facile compito di attualizzare l'immagine del Gruppo Fiat nel settore promozionale dello sport rallistico e nello stesso tempo di ridefinire il posizionamento dal punto di vista del rapporto prestazioni/costi, nei confronti dei "gruppi" superiori previsti dal regolamento sportivo. Nel 1985 venne istituito il campionato Fiat Uno, nei primi due anni con le Uno 70 e in seguito con la Uno Turbo, che prese il posto del campionato A112 Autobianchi.
La scelta della Uno era motivata sul piano dell'immagine: attraverso l'omonimo campionato si completò la definizione dell'immagine sportiva del gruppo. Con la Lancia impegnata nei grandi campionati internazionali e nazionali, Fiat ricoprì il ruolo di promozione delle nuove leve dei piloti in modo da potere inserire gli appassionati nel settore rallistico con ragionevoli costi di elaborazione e gestione. Al campionato erano ammesse vetture obbligatoriamente equipaggiate con le parti contenute nell'apposito kit, e il calendario prevedeva i rally di Costa Smeralda, Isola d'Elba, Targa Florio, Lana, Piancavallo, San Remo, San Marino e Sestrieres.

Alfa Romeo

Gran Premio Tipo B "P3" Aerodinamica (1934)
La monoposto "Gran Premio Tipo B" è opera di Vittorio Jano e costituisce una delle pietre miliari nella storia sportiva dell'Alfa Romeo. La Tipo B, meglio conosciuta come "P3", esordisce nel 1932 a Monza, vincendo il Gran Premio d'Italia: è il primo di una lunga serie di successi che la vedranno terminare imbattuta la stagione agonistica successiva. Nel 1934 viene allestita anche una versione "aerodinamica", ideata dall'Ing. Pallavicino della Breda Aeronautica: adotta il motore evoluto (8 cilindri in linea sovralimentato, 2905 cm3, 260 CV di potenza) che insieme alla nuova configurazione di carrozzeria permette alla monoposto di guadagnare 20 km/h di velocità massima. La P3 Aerodinamica si aggiudica con Guy Moll il Gran Premio dell'Avus a Berlino, toccando punte di 262 km/h. La vettura esposta è una ricostruzione dell'Alfa Romeo su disegni originali.

750 Competizione (1955)
L'Alfa Romeo "750 Competizione" è una compatta spider da corsa realizzata nel 1955 per gareggiare nella categoria "sport fino a 1,5 litri". La "750", la cui denominazione è il codice-tipo della quasi contemporanea "Giulietta Sprint", viene progettata impiegando il motore a 4 cilindri bialbero in lega leggera della stessa "Sprint", con cilindrata incrementata a 1488 cm3 e con la "doppia accensione". La potenza massima sale a 145 CV (raggiunti a 9.500 giri/min) che le consente di raggiungere una velocità di 220 km/h. Lo stile della carrozzeria, che si differenzia da tutte le altre Alfa Romeo della prima metà degli anni Cinquanta, è opera di Boano.

Giulia Super 1300 (1973)
Sullo stand è presente anche la vettura che ha partecipato alla quinta rievocazione storica della Pechino-Parigi, coprendo i 13.695 km del tracciato, tra il 12 giugno e il 17 luglio scorsi. La vettura appartiene alla Scuderia del Portello, club ufficiale dell'Alfa Romeo.

Alfa 75 Turbo Evoluzione IMSA (1988)
Dall'Alfa 75 Turbo Evoluzione del 1987, realizzata per le corse della categoria "turismo" che prevedono le specifiche del Gruppo A, nasce l'anno successivo la versione preparata secondo il regolamento "IMSA" (International Motor Sport Association). In questa configurazione la 75 raggiunge una potenza di 335 CV che diventano 400 nel 1989, sprigionati dal suo classicissimo 4 cilindri in linea bialbero di 1762 cm3 sovralimentato. La IMSA è caratterizzata da una carrozzeria con carreggiate allargate e da un'aerodinamica affinata, con un vistoso spoiler posteriore in fibra di carbonio. La "75 Turbo Evoluzione IMSA" vince due edizioni del "Giro d'Italia Automobilistico", nel 1988 e nel 1989.

F.Indy Lola T9100-Alfa Romeo (1991)
All'inizio degli anni Novanta l'Alfa Romeo tenta l'avventura negli Stati Uniti: progetta un propulsore V8 turbocompresso da 2,6 litri con una potenza stimata di 700 cv, secondo il regolamento della F. Indy, in sostanza l'equivalente USA della Formula 1. Inizialmente questo motore viene installato su telai "March", poi, dal 1990, su monoposto "Lola", in una sgargiante livrea "American style". La Lola-Alfa Romeo ottiene il quarto posto al debutto, nella gara di Surfers Paradise.

Abarth

Fiat 131 Abarth Rally Gr.4 (1976)
Basata sulla carrozzeria a 2 porte della 131 prima serie, la Fiat 131 Abarth Rally era equipaggiata con un 4 cilindri bialbero derivato dal 2 litri Fiat e sviluppato da Abarth. La cilindrata era di 1995 cm3, e la potenza di 140 CV della versione stradale lievitava sino a 235 in quella da corsa. Era il "periodo d'oro" del cosiddetto gruppo 4: il regolamento tecnico che consentiva la trasformazione di berline familiari "per tutti i giorni" in autentiche auto da corsa. Al debutto nel 1977, la 131 Abarth Rally permise alla Fiat di conquistare per la prima volta il campionato mondiale costruttori. Il titolo fu difeso con successo l'anno successivo ed ottenuto nuovamente nel 1980, grazie alle numerose vittorie del duo Markku Alén - Walter Röhrl: il pilota tedesco si laureò campione mondiale piloti 1980 e, se un tale titolo fosse esistito anche negli anni precedenti, sarebbe spettato a Alén sia nel 1977 sia nel '78.

Fiat Abarth 1000 Monoposto Record (1960)
La Fiat Abarth 1000 Pininfarina è il frutto di studi nella galleria del vento: dal 28 settembre al 1° ottobre, la nuova Fiat Abarth da record si cimentò sulla pista di Monza per raggiungere nuovi record nella classe internazionale G (da 751 a 1100 cm3). Alla guida si alternarono 9 piloti che stabilirono negli ultimi tre giorni di settembre i nuovi primati internazionali delle 12 ore, delle 2000 miglia, delle 24 ore, dei 5000 Km, delle 5000 miglia, delle 48 ore e dei 10.000 km. La prova continuò fino al 1 ottobre quando si conseguì il suo primo record mondiale delle 72 ore, compiendo km.13.441.498 alla media di 186,687 km/h.
La vettura venne realizzata interamente nello stabilimento Abarth per quanto riguarda il telaio, il motore e tutta la meccanica. La carrozzeria venne allestita da Pininfarina.

Lancia

Lancia Alpha Sport (1907)
La Lancia "Tipo 51" 12 HP è la prima vettura prodotta in serie dalla "Lancia & C.". La vettura, presentata al Salone di Torino del gennaio 1908, viene ribattezzata "Alpha" l'anno successivo su suggerimento di Giovanni Lancia, fratello del costruttore e insegnante di lettere, che propone a Vincenzo di utilizzare le lettere dell'alfabeto greco per denominare le sue automobili.Dotata di un motore a 4 cilindri in linea biblocco di 2.543 cm³, la vettura dispone di una potenza massima di 28 cv che la spinge alla ragguardevole velocità massima di 115 km/h. Venduta in oltre cento esemplari ed esportata anche in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, l'Alpha rappresenta un grande successo commerciale per la neonata Casa Lancia. Oltre alla versione da corsa, prodotta in pochi esemplari con passo accorciato, la vettura viene realizzata anche con carrozzeria coupé, landaulet, limousine e doppio phaeton.

D 25 (1924)
Una vera e propria rarità: si tratta infatti dell'unico esemplare esistente al mondo della Lancia D25 Sport. La vettura, perfettamente funzionante, fu approntata per permettere ad Alberto Ascari di partecipare alla Carrera Panamericana del 1955, ma la tragica morte del pilota milanese sul circuito di Monza e l'inaspettata decisione del Governo messicano di annullare l'organizzazione della gara comportarono per la vettura l'immediato trasferimento dalle officine al Museo Lancia.

Stratos Alitalia (1976)
È leggendaria anche la Lancia Stratos Alitalia Gruppo 4 presente a Bologna, che ha vinto diverse competizioni tra le quali il Rally del Portogallo del 1976, oltre a classificarsi seconda nel Rally di Montecarlo del 1977. Concepita appositamente per i rally e costruita soltanto nei 500 esemplari richiesti per l'omologazione, la Stratos HF è una berlinetta a motore centrale, disegnata da Bertone ed equipaggiata con il 6 cilindri a V della Dino Ferrari. Con la Stratos HF, Lancia conquista consecutivamente tre mondiali dal 1974 al 1976.

Delta Integrale Martini (1988)
Versione sportiva della Lancia Delta, progettata appositamente per partecipare al campionato del mondo rally. Ha gareggiato dal 1988 al 1993, ottenendo 6 titoli mondiali costruttori e 35 vittorie. La potenza del motore 1995 cm3 dotato di una turbina Garrett T3 è di 300 CV. 

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